Non capisco il polverone per il taglio di alcuni alberi e cespugli cresciuti spontaneamente, non tutelati.

Questa affermazione del Sindaco di Udine, Pietro Fontanini, sintetizza bene i due aspetti di reale interesse della decisione dell’Amministrazione di abbattere 28 alberi – pare ridotti a 21 – nelle vicinanze del Castello.
Un intervento di cura del verde era probabilmente necessario e il progetto elaborato, che conosciamo solo per gli abbattimenti, potrebbe essere anche adeguato. Ma ciò non basta. L’Amministrazione ha sottovalutato elementi oggi fondamentali: non ha compreso l’interesse della popolazione per il verde urbano e non ha riconosciuto i diversi valori presenti nella componente vegetale dei nostri ambienti.

Non capire il polverone, come candidamente ammette il Sindaco, significa non cogliere la considerazione sempre più ampia e profonda, non di pochi fanatici ambientalisti, ma della maggioranza dei cittadini verso tutto quanto è verde urbano e avvicina le nostre vite alla naturalità. Per questo merita attenzione anche l’intervento su un singolo albero, anche quando si tratta di una pianta di alianto, che dal punto di vista ecologico meriterebbe essere eradicato. Come può un amministratore oggi non riconoscere questo sentire diffuso e non attivare quindi quelle semplici azioni di informazione preliminare e di consultazione che possono non solo prevenire la quasi totalità dei malumori, ma anche portare conoscenze e indicazioni utili a migliorare il progetto, a vantaggio di tutti?

Svilire quel verde come “alberi e cespugli cresciuti spontaneamente, non tutelati” costituisce un segnale di non comprensione dei valori in gioco. Ora anche nelle scuole di primo grado si studiano i servizi ecologici apportati dagli alberi e, quindi, dal verde urbano: accumulo di carbonio, rifugio per la microfauna, riduzione erosione e trattenimento delle precipitazioni, regolazione del microclima, rimozione inquinanti nell’aria, riduzione inquinamento acustico, valore ricreativo… Servizi svolti con più intensità da piante mature, con o senza pedigree. Il punto di vista del Sindaco sembra un altro: ci sono alcune piante tutelate e il resto costituisce un problema di invasione e pericolo, con la logica conseguenza che le azioni sono contenere, potare drasticamente, abbattere. Molti cittadini sembrano esprimere un’altra prospettiva, che riconosce i servizi ecologici e prevede cura, rispetto dell’evoluzione naturale di ciascuna specie, aumento della biodiversità, reintroduzione di essenze autoctone, lasciare che le foglie tornino al suolo…

In sintesi, il taglio di alberi malati o presenti in contesti non adeguati può essere un’operazione giusta e può essere realizzata con il pieno sostegno della popolazione, quando questa sia riconosciuta come attore non muto spettatore e il singolo intervento sia inserito in una visione di riqualificazione e di espansione della popolazione vegetale alla quale ormai molti di noi hanno dato piena cittadinanza.

Roberto Chiesa

Ass. In itinere